Tokyo 2020, orgogliosi di voi!

Con grande orgoglio abbiamo omaggiato qualche giorno fa i 6 atleti che hanno partecipato quest’anno alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Un risultato incredibile per noi: la Società civile, a scopo dilettantistico con più atleti convocati in Italia!
Ma al di là dei numeri, sono le storie di queste persone a colpire, la loro umiltà e perseveranza, il carattere che li ha portati, ma soprattutto portate, a gareggiare ai massimi livelli mondiali. Perché se la partecipazione femminile alle Olimpiadi per la Canottieri ha storia recente, questa volta si è davvero fatta sentire: Alessandra Patelli, alla sua seconda sfida dopo Rio2016 e capitana delle azzurre; Veronica Lisi, con la sua lunghissima pausa dallo sport e un ritorno a dir poco talentuoso; Stefania Gobbi, ormai tra le fila dei Carabinieri ma sempre presente in Società, pass olimpico della prima ora; Chiara Nardo, grande nome dell’ippica che, dopo neanche 2 anni di pararowing arriva al suo sogno, le Paralimpiadi.

E poi Luca Chiumento, capace di stupire anche come riserva della nazionale azzurra: primo nella “gara delle riserve” in due senza con Vincenzo Abbagnale; Luca Beccaro, per la canoa velocità, ora Fiamme Gialle, anche lui al suo primo appuntamento olimpico. Infine Simone Martini, non presente a Tokyo, ma sempre e comunque l’atleta che ha qualificato il singolo azzurro, puntuale a sostenere il gruppo e a dimostrare che non ci si deve arrendere mai.

I giochi olimpici e paralimpici, dopo un anno e mezzo di difficoltà inimmaginabili, ci regalano un susseguirsi di sensazioni (basta guardare i video di backstage della telecronaca sportiva, in cui lo stesso Rossano Galtarossa, mani nei “capelli”, esulta e si emoziona raccontando ogni gara dei nostri). Le alzate a tarda notte o di prima mattina di chi tifa da casa per seguire le dirette, l’assenza di pubblico su un campo di gara difficile, le onde e il vento, le grida solitarie degli arrivi, i fotofinish al cardiopalma. Gioie e dolori di canottaggio e canoa. E da casa la Canottieri Padova si è sentita ancora una volta portata al centro dei Giochi, orgogliosa di riuscire a sostenere questi atleti e queste atlete a cui diciamo il nostro GRAZIE. Grazie di esserci, di metterci l’anima, di averci portato con voi.

Ringraziamo di cuore anche alcune persone speciali: Stefano Lubian- gruppo Commit, Mario Bellini – AEG Elettra, Massimo Forin – Consulenza Finanziaria Forin & Partners, che hanno contribuito in particolar modo a sostenere il percorso fino a Tokyo. 

Alla prossima!

Il due di coppia: Alessandra Patelli, 9° piazza assoluta

“Il doppio femminile di Ondoli e Patelli è nono, ma grande tra le grandi”.
“Il secondo miglior piazzamento di sempre per l’Italremo olimpico nelle quattro partecipazioni della storia di questa specialità ai Giochi.”

Da canottaggio.org:

“Il debutto del doppio rosa è convincente, e in batteria, grazie al terzo posto ottenuto il 23 luglio a ridosso del Canada, secondo, si prende subito il pass per la semifinale. Il 25 luglio poi, Chiara e Alessandra sono chiamate a quella che si verificherà essere una “mission impossible”, perché tra le avversarie ci sono Romania e Nuova Zelanda, che vinceranno in finale rispettivamente la medaglia d’oro e quella d’argento, e la Lituania, che difendeva il podio di Rio 2016 e che in finale per il bronzo sarà beffata di poco dall’Olanda.
In finale B poi, le due azzurre sono protagoniste di una battaglia che le vede concludere al terzo posto, a poco più di un secondo dall’Australia, prima, e incollata – 46 centesimi – alla Francia, seconda.
Alessandra, da tempo impegnata con profitto nella carriera universitaria e professionale in ambito medico, proprio come dopo Rio 2016, ammette di essere nuovamente dinanzi a un bivio, dove è impossibile ora come ora, a caldo, scegliere quale strada intraprendere: “Inizialmente pensi che non vedi l’ora di finire, poi quando finisce inizia già a mancarti tutto ciò – ci dice Alessandra, la capitana del settore, che aggiunge – Vedrò più avanti, intanto mi tengo la personale soddisfazione di aver combattuto fino alla fine anche qui a Tokyo”. In ogni modo su qualunque strada deciderà di incamminarsi, visti i risultati personali raggiunti, sarà quella giusta.

Il quattro di coppia femminile: Veronica Lisi e Stefania Gobbi, 4° piazza assoluta

“Hanno posato una pietra fondante per l’Italia del canottaggio in questa specialità, un concetto inaugurato da Stefania e ribadito dopo la finale da Veronica”

Da canottaggio.org:

Veronica Lisi (Canottieri Padova): “Prima di tutto vorrei ringraziare moltissimo il mio allenatore Alberto Rigato e la Canottieri Padova. E’ stata un’esperienza davvero unica, che appena finisce e ti ritrovi a casa, ti fa sentire un’altra persona ma ancora non realizzi cosa sia accaduto”.
Domanda: “Raccontaci come hai vissuto la tua esperienza olimpica”
Risposta: “Mi piace ripensare ad un anno fa quando mi hanno chiamata in nazionale e stavo per rinunciare perché non avevo possibilità economiche dovendo mollare lavoro, ma per caso in parcheggio ho incontrato Massimo Forin che si è preso a carico la mia storia e ha deciso di aiutarmi. Lui vedeva la possibilità di farcela già allora, mentre io non avevo nemmeno il coraggio di pensarlo perché mi sentivo sciocca. Ma avere chi credeva in me è stato molto importante. Ed ora sono qui… Incredibile!!
A Tokyo una collega truccatrice mi ha scritto per propormi un lavoro ed ho risposto – non posso, sono a Tokyo – Quella situazione mi ha fatto realizzare davvero cosa stesse succedendo, da dove fossi partita. Uno ‘schiocco di dita’, sembra ieri in quel parcheggio un anno fa mentre stavo per mollare perché non potevo permettermi un sogno così grande ed oggi ho un 4° posto alle olimpiadi che fa storia!!”

Stefania Gobbi (Carabinieri/Canottieri Padova): “Oggi, ‘a mente fredda’, riesco a guardarmi indietro, guardare il percorso fatto da me e dall’intera squadra femminile e non posso che essere fiera di noi.”
Domanda: “Sei soddisfatta della tua esperienza olimpica?”
Risposta: “Credo sia comprensibile rimanere con un po’ di amaro in bocca quando negli ultimi mesi inizi un po’ a ‘sentire il profumo di medaglia’ e alla fine arriva un quarto posto; ma, come qualcuno mi ha aiutato a pensare, se mi avessero chiesto 2 anni fa, ancora prima di qualificare la barca per le olimpiadi se avessi ‘messo la firma’ in quel momento per entrare in una finale olimpica, magari per un quarto posto, beh, credo che non avrei aspettato un solo secondo a firmare!! Abbiamo fatto del nostro meglio in un campo di gara molto difficile, spero sia un punto di ripartenza importante, ora riposo meritato, si stacca la spina per un po’ visto che ‘l’appetito vien mangiando’, noi abbiamo assaggiato una finale olimpica chissà cosa ci aspetta in futuro.”

Domanda: “Vi ha pesato l’assenza del pubblico?”
Risposta: “Il COVID ha fatto vivere a tutti gli atleti un’olimpiade ‘sottotono’, senza pubblico e con tante restrizioni. E’ stata un’emozione unica raggiungere il sogno di tanti atleti e poter rappresentare l’Italia nel più grande evento sportivo che esista, ma non poterlo vivere nel pieno dello spirito olimpico, della condivisione e della comunicazione con altre nazioni, lascia ancora voglia di scoprire quanto ancora più straordinaria possa essere un’Olimpiade. Grazie a tutti quelli che ci hanno sostenuto e si sono alzati nel mezzo della notte per vedere le nostre gare; è stato un onore rappresentare il canottaggio italiano, veneto a Tokyo.”

Luca Chiumento – Gara delle Riserve – 1° piazza

Da canottaggio.org:

“Gare delle Riserve. Il time trial oltre ad essere una passerella per gli equipaggi, ha permesso agli stessi di rompere il ghiaccio dell’attesa con un percorso a tempo che ha visto il due senza azzurro di Vincenzo Abbagnale e Luca Chiumento vincere con 7.43.76 davanti a Australia, 7.53.58, e alla Gran Bretagna terza con 8.01.05. “

Campione del mondo u23 nel 2x, Luca, classe 1997, ha una passione per il canottaggio fin da bambino e ha saputo migliorarsi anno dopo anno fino ad arrivare pochi mesi fa al tentativo di qualificazione olimpica. Anche qui il covid ci mette lo zampino e fa ammalare il compagno di barca, facendo sfumare la possibilità di andare a Tokyo. Ma Luca non molla e si lancia in una selezione interna alla Federazione nella specialità del singolo conquistando l’unico posto di riserva della Nazionale.

Simone Martini

Purtroppo non è stato convocato a causa della sua condizione fisica in ripresa dopo il covid e una trombosi alla gamba legata al virus. Abbiamo visto il suo passaggio di testimone con il “gigante” Gennaro Di Mauro, ottavo posto assoluto sul singolo qualificato con maestria da Simone ai Mondiali del 2019, dopo 16 anni di assenza dell’Italia da questa specialità.

Due di coppia mix PR: Chiara Nardo, 5° piazza assoluta

Selezione su selezione, classificazione pararowing e via, batterie, recuperi, finale e un sogno paralimpico che si avvera: per Chiara, neanche due anni di attività agonistica e l’amore per questo sport, per la competizione, per il non arrendersi mai dopo il suo infortunio, il recupero, il ritorno alle gare, la chiamata in nazionale e il doppio con Gian Filippo Mirabile.

Da canottaggio.org:

“Con un anno e mezzo di canottaggio ho fatto quello che potevo fare: mi sono applicata, impegnata, portato a termine tutto quello che mi veniva chiesto e sono soddisfatta. Mi è mancata quell’esperienza che si matura frequentando i campi di gara internazionali, per cui personalmente ho pagato un po’ lo scotto a differenza dei nostri avversari che avevano un pregresso ben rodato. Ritengo, comunque, di avere ancora margini di miglioramento poiché pratico il canottaggio da poco tempo e arrivare in finale a una Paralimpiade in queste condizioni non è poco! Ora sono davvero stanca, ho bisogno un po’ di normalità, poiché in questo anno e mezzo ho fatto quello che generalmente si fa in almeno tre anni. In sostanza un corso accelerato di canottaggio che mi ha portato qui a Tokyo… non è male! Il quinto posto tutto sommato mi soddisfa e per questo ringrazio Giovanni Santaniello e dedico questa mia impresa ai miei genitori, li ho avuti sempre vicini, e agli abitanti di Piediluco perché ho passato più tempo li che a casa e mi hanno accolto a braccia aperte insieme a Rambo, il mio cane”.

Il k2: Luca Beccaro, 11° piazza assoluta

Dopo un sofferto quinto posto in semifinale, con un tentativo di rimonta che purtroppo non li ha portati tra i primi 4 piazzamenti utili per accedere alla finale A, il K2 1000 targato Fiamme Gialle di Luca Beccaro (di Monselice, SC Padova fino al 2018) e Samuele Burgo e con una gara in progressione porta a casa una meritatissima terza piazza in finale B (11°assoluto) dietro a ROC e Slovacchia. Nell’ultima apparizione di questa specialità ai Giochi Olimpici, che a Parigi2024 sarà sostituita dal K2 500 metri, ci sentiamo onorati di far parte della storia sportiva di Luca.
Allenato in Canottieri Padova da Tullio Malusà fino a due anni fa, Luca, classe 1997, proviene dal nuoto e inizia ad allenarsi nella canoa a 16 anni seguendo le orme del fratello maggiore. Nel 2019 conquista il pass per Tokyo in coppia con Samuele Burgo.